Il gatto

Quello che vorresti sapere sul gatto

Accarezzare un gatto rilassato è per il suo amico umano allo stesso tempo un piacere – quasi un tranquillante naturale – e un privilegio: a differenza del cane, il gatto manifesta apertamente il forte istinto che ha ereditato dai progenitori selvatici: la caccia, la riservatezza, il piacere di nascondersi e sorvegliare il proprio ambiente da postazioni nascoste. Solo dopo, quando i suoi sensi si saranno placati, si concederà alle coccole del suo compagno a due zampe; non per niente si dice che Dio creò il gatto per consentire all’uomo di accarezzare la tigre…!


Qualsiasi amico dei gatti lo sa: dopo una faticosa giornata di lavoro, non c’è nulla di più rilassante che allungarsi sul divano davanti alla televisione o con un buon libro mentre la nostra tigre da salotto si raggomitola sulle nostre ginocchia ed emette sonore fusa guardandoci soddisfatta con gli occhi appena socchiusi. Non dobbiamo però pensare che la sua indipendenza e le sue proverbiali nove vite gli bastino per vivere  una vita lunga e in piena salute. Questo compito spetta al suo proprietario, che con il consiglio del proprio veterinario di fiducia dovrà assumersi la responsabilità di una corretta prevenzione delle più comuni patologie connesse.

  • Alimentazione

    In questo capitolo non affronto il tema Alimentazione in modo analitico, ma mi limito a dare alcuni suggerimenti di base rispondendo alle domande più frequenti che mi vengono poste in ambulatorio durante la visita.

    Tutto quello che scrivo si riferisce a soggetti sani e senza problemi specifici; per tutti coloro che presentano patologie, occorre una valutazione più approfondita ed individuale.


    I gatti non sono piccoli cani. Anche se vengono classificati entrambi tassonomicamente nell’ordine dei carnivori, i gatti sono strettamente carnivori mentre i cani sono ormai degli onnivori.

    Il cibo commerciale è decisamente consigliabile sia per la comodità di somministrazione, sia perché sono diete sicuramente equilibrate e quindi più salutari.

    Oggi ne esistono di quelli specifici per gattini dallo svezzamento in poi, per gatti adulti, adulti sterilizzati o adulti sedentari, adulti atletici, anziani…addirittura alcune ditte forniscono cibi specifici per alcune razze (persiano).


    Siccome il gatto caccia da solo, solitamente piccole prede e mangia normalmente da solo, non è portato ad alimentarsi voracemente per paura che altri lo precedano, quindi tende a mangiare in più riprese (anche 12-18 piccoli pasti al giorno). Per questo motivo è consigliabile lasciare il cibo a disposizione ( se non ci sono problemi di obesità). Il mio consiglio è di lasciare le crocchette a disposizione e fornire uno o due pasti umidi per consolidare il rapporto fra gatto e padrone.


    Si può provare a rendergli la vita piú interessante nascondendo la ciotola con il cibo in posti sempre diversi; il gatto , che in natura è un grande cacciatore, si divertirà a cercare la sua ‘preda quotidiana’ per tutta la casa.I gattini appena portati in casa tendono a divorare tutto, compresa la verdura, perché l’istinto gli suggerisce di mangiare quello che trovano dato che ‘ domani non si sa’; solo dopo alcune settimane si rendono conto che il cibo viene dato regolarmente.

    Il gatto mangia poco e spesso e non lo vediamo quasi mai bere

    Se in casa ci sono più gatti è meglio che ognuno abbia la propria ciotola (e la propria lettiera), e che siano in posti separati.

    Il gatto ben alimentato mantiene l’istinto della caccia, quindi : non è necessario tenere il gatto a digiuno perché catturi i topi!!

    Spesso i gatti che hanno la possibilità di andare fuori riportano in casa il trofeo di caccia (qualche lucertola, topolino o uccellino): è una cosa naturale, il gatto riporta nella tana quello che ha cacciato. Non dobbiamo assolutamente sgridarlo, anzi apprezzare il suo gesto. Non si devono dare ai gatti le scatolette per cani. I cibi secchi di buona qualità non comportano nessun rischio di calcolosi renale.


  • Spazio colonie feline

    Come prendersi cura di una colonia felina


    Se nella vostra zona esiste un gruppo di gatti che vive abitualmente sullo stesso territorio e voi ve ne prendete cura portando loro acqua e cibo, in pratica, siete già dei “quasi gattari”.

    Ci sono però dei passi da compiere per rendere “ufficiale” la vostra condizione.


    Innanzi tutto, il primo passo da fare è censire la colonia felina. Il censimento è volto a verificare la condizione di “colonia felina” e definire quanti gatti ne fanno parte, quanti sono sterilizzati, quanti ancora interi, quanti hanno necessità d’interventi veterinari e individuare chi sia il responsabile della colonia ovvero la persona che si prende carico di provvedere al benessere dei gatti che ne fanno parte. E’ importante ricordare che, una volta che la colonia è censita, la Asl si assumerà il dovere delle sterilizzazioni gratuite. Le procedure variano da regione a regione anche a seconda delle disponibilità di personale e finanziarie. Dappertutto è garantita la sterilizzazione delle gatte femmine, non è così invece per i maschi che non vengono sterilizzati ovunque.

    Per quanto riguarda la nostra città, il Presidio Veterinario Comunale garantisce le sterilizzazioni dei randagi, se la colonia felina è censita e per censirla è necessario segnalarla.Potete contattare direttamente il servizio comunale responsabile del controllo delle colonie feline per denunciare la “vostra” colonia felina.


    Sarete ricontattati e potrete concordare il giorno del censimento e da quel momento in poi potrete definirvi RESPONSABILI DI COLONIA e accedere alle sterilizzazioni gratuite. Registrare una colonia felina a proprio nome implica anche la responsabilità di provvedere al benessere dei mici.


    Occuparsi delle colonie nella pratica


    Quello che riteniamo assolutamente fondamentale per il benessere dei mici, è che i responsabili di colonia non siano “RESPONSABILI” solo di nome ma che lo siano anche di fatto. E’ importante infatti, tenere presente che un impegno come quello che si assume chi decide di provvedere a una colonia non è fatto solo di gatti e cibo da distribuire, ma anche di PERSONE: condomini, vicini di casa, passanti, negozianti… tutti coloro i quali abitano nel quartiere dove insiste la colonia o vi si trovano solo transitoriamente, si sentiranno in diritto di esprimere giudizi e dare direttive.

    Non spaventatevi, esistono anche persone comprensive fin dal primo momento ma è con i cocciuti che bisogna intavolare il discorso più chiaro ed è con loro che bisognerà confrontarsi più spesso.


    Quello che bisogna assolutamente evitare sono le lamentele, spesso nate da errori dei responsabili di colonia, per cui suggeriamo di attenervi a poche regole precise che del resto non solo evitano che i vicini si infastidiscano ma sono regole che favoriscono il benessere dei gatti.

    Distribuite il cibo a orari regolari, in modo che i gatti si abituino ad essere presenti e a finire la loro razione. Fatelo anche di giorno, preferibilmente due volte, e non nascondetevi come foste dei ladri. RICORDATEVI SEMPRE CHE NON STATE FACENDO NULLA DI MALE!

    Usate contenitori usa e getta che porterete subito via al termine del pasto per non attirare insetti e non far diffondere cattivi odori a meno che non abbiate la fortuna di un punto d’acqua vicino alla colonia dove potete lavare le ciotole o non abitiate vicino tanto da poterle portare a casa per lavarle.


    Lasciate del cibo di scorta per la giornata al riparo dal sole e preferite per questo croccantini e non cibo umido che al sole ovviamente produrrebbe cattivi odori, attirerebbe insetti e per di più, una volta secco, non verrebbe neppure consumato dai gatti


    Lasciate sempre dell’acqua a disposizione dei mici e cambiatela di frequente, ogni volta che portate il cibo sarebbe l’ideale.

    Provvedete alla pulizia della zona di somministrazione, quindi eliminate ogni eventuale traccia di cibo (qualcosa può sempre cadere), ovviamente non lasciate lattine o contenitori vuoti.

    Controllate la salute dei gatti ma anche la salubrità della zona, soprattutto nei mesi estivi utilizzate antiparassitari anche ambientali e somministrate il vermifugo almeno 2 volte l’anno.


    Per esperienza possiamo dirvi che è sempre molto utile comunicare con chi abita nella zona che ospita la colonia e che è sempre bene rispondere a tutte le domande che vi vengono rivolte con pazienza e ricordando sempre che siete nel giusto e non dovete giustificarvi.


    Anche nelle situazioni più difficili, con un comportamento corretto da parte dei responsabili di colonia, i “vicini” hanno compreso il nodo fondamentale ovvero che UNA COLONIA GESTITA DA UN RESPONSABILE E’ SICURAMENTE PIU’ SANA RISPETTO A UNA COLONIA LASCIATA A SE STESSA e che quelli che si possono ottenere con l’intervento dei responsabili sono solo miglioramenti sia per i gatti che per chi abita la zona.

  • Come si comporta

    l comportamento del gatto adulto è grandemente influenzato dalla ricchezza degli stimoli ambientali, fisici, sociali cui è stato sottoposto nei primissimi mesi di vita.


    Gli stimoli precoci, insieme alle caratteristiche genetiche, contribuiscono alla formazione del carattere del gatto e contribuiscono alla sua tendenza ad essere amichevole con gli esseri umani.


    E’ stato dimostrato che lo svezzamento precoce o il distacco precoce dalla madre influenzano negativamente il futuro equilibrio comportamentale dei piccoli.

    Una madre rilassata e amichevole ha grande probabilità di crescere dei piccoli che saranno più adattabili ai cambiamenti ambientali e più predisposti a rapporti amichevoli con l’uomo.

    ATTENZIONE A COME SI GIOCA COI GATTINI: è opportuno evitare le mani e i piedi per far giocare i gattini per ridurre il loro istinto aggressivo. E’ meglio usare sempre degli oggetti (palline, corde, tappi…) e creare un ambiente il piú idoneo possibile al gatto.


    Quando il gatto esagera nel gioco e comincia ad usare le unghie e i denti, è bene interrompere il gioco ed andarsene; piano piano capirà che un certo comportamento non è accettato da noi. Una cosa indispensabile è cercare di parlare con loro e quindi imparare a leggere i loro comportamenti.

  • Vaccinazione

    Per prevenire alcune malattie dei nostri animali è possibile fornire loro una valida protezione effettuando regolarmente le vaccinazioni consigliate.


    La vaccinazione può portare un leggero rialzo termico che si evidenzia di solito il giorno dopo con un calo della vivacità, dell’appetito e della voglia di giocare; questo succede prevalentemente nei gattini e comunque si risolve nel giro di 24 ore senza portare conseguenze .


    Di seguito potete leggere delle brevi informazioni sulle malattie del gatto che possiamo prevenire con un semplice vaccino:


    Panleucopenia: è provocata da un parvovirus che determina una gravissima gastroenterite emorragica ed una imponente distruzione di globuli bianchi. Produce una mortalità del 80% nei soggetti con meno di 6 mesi ed il virus resiste fino a 3 mesi nelle gabbie e negli indumenti.


    Rinotracheite infettiva: che è sostenuta da un herpesvirus e l’infezione da Calicivirus costituiscono il complesso delle malattie respiratorie del gatto, malattie molto contagiose e debilitanti. Colpiscono un’alta percentuale dei gatti randagi o di colonia presenti nelle nostre zone.


    Polmonite felina o Clamidiosi felina: si manifesta con difficoltà respiratorie e congiuntivite, spesso ricorrenti ed in associazione con altre forme virali.

    Leucemia virale felina: può interessare diversi organi ed apparati poichè, indebolendo gravemente le difese dell’animale, lo predispone ad altre infezioni e malattie, oltre che ad indurre la formazione di un tumore del sangue (linfosarcoma).


    Rabbia: si tratta di una malattia trasmessa da un virus attraverso i morsi e i graffi. E’ molto pericolosa perché può colpire anche l’uomo; per fortuna nel nostro paese sono ormai anni che non si hanno casi di rabbia nemmeno in animali selvatici. E’ obbligatoria solo se si partecipa a mostre felina o se si va all’estero.


    Attenzione al trasportino: Spesso accade che il gatto venga messo nel trasportino solo per andare dal Veterinario. Questa abitudine porta il gatto ad odiare il trasportino e quindi a cercare con tutte le forze di non entrare.

    Tutte le volte una lotta senza quartiere!

    Se invece ci abituiamo a lasciare il trasportino alla portata del gatto, in modo che possa entrare ed uscire come vuole, magari dormirci dentro, portarci i suoi giochi, lo vedrà sotto un’altra luce. E magari sarà anche più facile metterlo dentro.


    Protocollo vaccinale: il primo vaccino contro panleucopenia e virus respiratori si effetua intorno ai 2 mesi di età; segue un richiamo dopo 30 giorni. Se il gatto può accedere anche all’esterno della abitazione è consigliabile effettuare, contemporaneamente alle altre vaccinazioni, anche la profilassi verso la leucemia virale. In seguito si reputa opportuna una vaccinazione all’anno.Tutte le volte che si vaccina un animale, lo si sottopone ad una importantissima visita di controllo generale:

    • Si auscultano il cuore ed i polmoni per valutare eventuali segnali di malattia o semplicemente di invecchiamento
    • Si verifica lo stato della bocca e soprattutto dei denti che spesso vanno incontro a deposito di tartato con conseguente retrazione gengivale e parodontopatie
    • Si controllano le orecchie, gli occhi, , le unghie, i linfonodi esplorabili, lo stato del mantello e l’idratazione della cute.
    • Nella femmina si palpano le mammelle per escludere eventuali nodulini; nel maschi viene fatta la stessa cosa con i testicoli che spesso degenerano in forme tumorali.
    • Si apprezza manualmente l’addome alla ricerca di eventuali masse subdole o segni di dolore ancora silenti.
    • Con un termometro  si rileva la temperatura rettale e contemporaneamente si effettua un controllo delle feci per vedere se ci sono parassiti intestinali.
    • Si parla dell’alimentazione in funzione del benessere animale.
    • Si può approfondire qualche problema comportamentale.
cane dal veterinario
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Il cane in famiglia
coniglio nano
15 maggio 2025
I coniglietti nascono senza pelo, ciechi e non sono in grado di udire prima dei 7 gg. A 12 gg cominciano ad uscire dal nido. A circa 24 gg la mamma smette di allattarli. A 4 mesi diventano sessualmente maturi e lo sviluppo scheletrico termina a 9 mesi. I conigli hanno un senso dell’olfatto molto sviluppato e comunicano prevalentemente attraverso gli odori. La consuetudine di strofinare il mento sugli oggetti è un modo per marcare il territorio, così come il depositare le feci e le urine. I conigli lasciati liberi per casa possono arrecare numerosi danni ( carta da parati, mobili, tappeti, filo del telefono..) e possono mettersi in pericolo perché vanno a rosicchiare i fili elettrici. La femmina raggiunge la maturità sessuale a 4 mesi, la gravidanza dura 30 gg, possono nascere da 2 a 10 coniglietti , la mamma allatta una sola volta al giorno (di solito alla notte). Il coniglio è un animale solitamente pacifico anche se esistono varie eccezioni. E’ un animale sociale anche verso altre specie animali; è meglio evitare di tenere 2 maschi interi insieme. Per abituare il coniglietto appena arrivato a sporcare nella gabbia è bene non liberarlo per alcuni giorni. Conviene sistemare una cassettina apposita in un angolo del gabbione con del truciolato e posizionare la rastrelliera con il fieno vicino in modo che mentre mangia sia costretto a stare entro la cassettina; in questo modo si abituerà a sporcare nel posto giusto. La gabbia del coniglio deve essere sufficientemente grande anche se il coniglio vive prevalentemente libero per casa. Alimentazione Il Coniglio è un erbivoro stretto. Ha sempre bisogno di fieno di buona qualità (Trifogli, Erbe miste, Erba Medica solo in accrescimento). Le verdure a foglia da variare, devono essere ben lavate e asciugate, mai fredde da frigorifero, vanno tolte prima che vadano a male. (Trifoglio, Dente di leone, Crescione, Spinaci e foglie di Brassicacee solo 1-3 volte la sett.) Mangime in pellet razionato – 1/4 di tazza ogni 2,5 kg di peso diviso in 2 somministrazioni – va comprato fresco e mantenuto in frigorifero perché il coniglio rifiuta il pellet rancido. 18% -25% di fibra . No farine di carne o latte o cereali. No semi e fioccati. Yogurt va bene frutta in quantità molto ridotta, ed eliminarla se tende all’obesità. Acqua sempre fresca e pulita – lavare e disinfettare il contenitore ogni 3-4 giorni. Il coniglio è in grado di ricavare da cibo di basso valore nutritivo la massima quantità di energia. Una caratteristica di questa specie è la reingestione di parte del materiale fecale (cecotrofo). Il coniglio in famiglia viene spesso alimentato con mangimi ad alto valore nutritivo che possono venire ingeriti con estrema velocità. Questa abitudine produce un facile ingrassamento che può portare all’obesità e problemi comportamentali perché il coniglio che impiega troppo poco tempo a mangiare poi si annoia e diventa irritabile e aggressivo. La soluzione è molto semplice, basta aggiungere molto fieno che appaga psicologicamente il soggetto e apporta la giusta quantità di fibra per evitare l’ingrassamento e per tenere i denti in equilibrio. La vaccinazione I Conigli possono essere vaccinati contro due malattie virali: la Mixomatosi e la Malattia emorragica virale. Secondo la località geografica, il veterinario stabilirà il piano vaccinale più opportuno. Protocollo vaccinale nel coniglio che vive da solo in appartamento, si consiglia di eseguire una sola vaccinazione nel mese di aprile – maggio. Io consiglio di effettuare, nella zona di Parma, esclusivamente la prevenzione per la Mixomatosi. Mixomatosi Può essere trasmessa per via diretta dagli animali ammalati o portatori a quelli sani o per via indiretta tramite artropodi (zanzare, pulci, zecche, ecc.). L’andamento può essere acuto, subacuto o cronico; alcuni conigli sono portatori asintomatici. L’incubazione è di 5-15 giorni. I sintomi comprendono: abbattimento, congiuntivite, scolo dagli occhi, rigonfiamenti cutanei sulla testa e gli arti, infiammazione degli organi genitali. La morte sopravviene in 5-10 giorni. La mortalità è elevata, e non esiste alcuna terapia. I conigli che sopravvivono possono eliminare il virus per lungo tempo. La vaccinazione dà una buona protezione ed è sempre consigliabile negli animali da compagnia. I coniglietti possono essere vaccinati per la prima volta a 30 giorni di età, con un richiamo a 8-10 settimane. Malattia emorragica virale Colpisce i conigli al di sopra dei 30 – 50 gg di vita. La malattia si trasmette sia per via diretta che attraverso vettori ematofagi od oggetti contaminati. La malattia si manifesta in modo improvviso con emorragie dal naso, dalla bocca e dall’ano e spasmi che conducono alla morte. 
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